Accolto il ricorso patrocinato dagli avvocati Pasquale e Pietro Marotta. I giudici fissano un principio fondamentale a tutela del merito e della parità di accesso.
Il TAR Campania, con due sentenze ravvicinate (n. 7354/2025 e n. 7366/2025, Sezione IV), ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Pasquale e Pietro Marotta, stabilendo un principio destinato a incidere profondamente sulle regole di calcolo delle quote di riserva nei concorsi pubblici.La vicenda riguarda il concorso docenti 2024 per la classe di concorso A022 (Italiano, Storia e Geografia). L’Ufficio Scolastico Regionale, nel formare la graduatoria, aveva escluso dal computo della quota di riserva del 50% i candidati riservisti risultati già vincitori per merito.
Una scelta che, secondo i ricorrenti, aveva portato al superamento del limite massimo di posti riservabili — 274 su 548 — penalizzando i candidati non riservisti, che si sono visti sottrarre opportunità di inserimento in graduatoria.
LA DECISIONE DEL TAR
I giudici amministrativi hanno dato ragione ai ricorrenti, affermando che anche i riservisti vincitori per merito devono essere conteggiati nella quota di riserva. In altre parole, il tetto del 50% non può essere superato sommando i riservisti vincitori per merito a quelli ammessi solo in virtù della riserva.
Il mancato computo, spiegano i magistrati, determina una “illegittima compressione dei posti destinati ai non riservisti”, con conseguente parziale annullamento degli atti impugnati, nei limiti dell’interesse della ricorrente.
UN PRECEDENTE CHE FA GIURISPRUDENZA
Le sentenze del TAR Campania rappresentano un precedente di grande rilievo non solo per il settore scolastico, ma per tutti i concorsi pubblici.
La pronuncia chiarisce in modo netto il principio secondo cui le riserve non possono mai alterare l’equilibrio tra merito e tutela delle categorie protette, e che il limite del 50% deve restare invalicabile.
LE CONSEGUENZE
L’impatto della decisione è potenzialmente ampio: potrebbe infatti influire sui futuri scorrimenti e sulla rimodulazione delle graduatorie, imponendo una revisione dei calcoli effettuati dagli uffici concorsuali.
Un segnale importante, sottolineano gli esperti, per riaffermare la centralità del merito e la parità di accesso alla Pubblica Amministrazione, valori tutelati dalla Costituzione e troppo spesso trascurati nelle prassi applicative.Chi ritiene che la propria graduatoria possa essere stata formata con un errato computo delle riserve, può rivolgersi a un legale per una valutazione del caso concreto
